La satira nell'antichità
La satira nasce tra il III e il II secolo a.C. ad opera di Ennio, e si può considerare il primo genere originale della letteratura latina, al contrario di tutti gli altri che erano di origine greca. La satira nasce come una polemica diretta ad obbiettivi mirati, molte volte con temi moraleggianti che riguardano i più svariati argomenti, questo succede perché non ha schemi fissi che le donano la rigidità tipica di altri generi, ma si basa interamente sullo stile dello scrittore.
Medioevo e RinascimentoNel corso dei secoli l'ossequio ai classici latini, in particolare Orazio, preservò la satira facendole superare la barriera linguistica della nascita di letterature in lingue regionali. La satira ebbe ampio uso nella poesia orale giullaresca di cui ci sono pervenuti alcuni frammenti scritti.
In particolare va notata la compresenza in Dante di un registro comico realistico in corrispondenza della critica corrosiva alle personalità che lo avevano disconosciuto ed esiliato, fino ad allargarsi a una visione critica dell'intera società a lui contemporanea.
La satira oggiLa corrosione progressiva del canone dei generi letterari, e della categoria stessa di letterario e non letterario ripropose nell'ultimo secolo la commistione di comico, umoristico nella satira. Solo nel corso degli ultimi secoli si allargò all'arte figurativa e ai nuovi media. Nel significato popolare contemporaneo, si tende ad identificare la satira con una delle forme possibili dell'umorismo e, in qualche caso, della comicità; talvolta, poi, si intende per satira anche, indiscriminatamente, qualsiasi attacco letterario o artistico a personaggi detentori del potere politico, sociale o culturale, o più genericamente vi si include qualsiasi critica al potere.
Federica